Il Poliziottesco Italiano degli Anni ’70: tra Cinema d’azione e Realtà sociale

il poliziottesco italiano degli anni '70

Negli anni ’70, il cinema italiano viveva un periodo di grande fermento e sperimentazione. Tra le molte tendenze cinematografiche che emersero in quel decennio, il poliziottesco italiano si distinse come un genere unico e coinvolgente. Questo genere cinematografico, noto anche come “poliziottesco all’italiana”, incarnava perfettamente lo spirito tumultuoso e controverso di quegli anni in Italia.

Il Contesto Sociale e Politico
Per comprendere appieno il poliziottesco italiano degli anni ’70, è essenziale considerare il contesto socio-politico dell’epoca. L’Italia era attraversata da profondi cambiamenti politici e sociali. L’ascesa dei movimenti di sinistra, la crescente violenza politica e la corruzione dilagante all’interno delle forze dell’ordine erano solo alcune delle sfide affrontate dalla società italiana. Il poliziottesco rifletteva queste tensioni, trasportandole sul grande schermo.

I Protagonisti del Genere
Uno dei volti più iconici del poliziottesco italiano fu senza dubbio quello di Franco Nero, protagonista di film come “La polizia incrimina, la legge assolve” (1973) del maestro E.G. Castellari e “Il cittadino si ribella” (1974). Nero incanalava l’immagine di un eroe solitario e ribelle che combatteva contro la corruzione e l’illegalità all’interno delle istituzioni. Il suo personaggio, spesso senza distintivi o uniforme, rappresentava una figura di giustizia alternativa.

Altri attori di spicco del genere includevano Maurizio Merli, noto per la sua interpretazione di commissari irruenti in film come “Roma a mano armata” (1976) e “Il cinico, l’infame, il violento” (1977), Tomas Milian, celebre per i suoi ruoli di gangster in pellicole come “La banda del gobbo” (1978) e “Milano odia: la polizia non può sparare” (1974), Luc Merenda “il bello” protagonista di molte pellicole sul genere come: “Milano Trema: la polizia vuole giustizia” (1973), “Il polizotto è marcio” (1974), La città sconvolta: caccia spietata ai rapitori” (1975) e tanti altri come per esempio l’enigmatico Henry Silva.

Tra i registi più attivi nel genere: Enzo G. CastellariUmberto Lenzi, Fernando Di LeoBruno Corbucci, Sergio Martino e Duccio Tessari.

La Caratteristica Estetica
Il poliziottesco italiano era caratterizzato da una estetica unica, con un’attenzione particolare ai dettagli visivi. Le scene d’azione erano spettacolari e cruenti, con inseguimenti ad alta velocità e sparatorie esplosive. Le location, spesso ambientate in città italiane, contribuivano a creare un’atmosfera autentica e riconoscibile.

La colonna sonora era un altro elemento chiave del genere. Compositori come Ennio Morricone e Stelvio Cipriani fornivano partiture memorabili che sottolineavano l’intensità delle scene d’azione e contribuivano a definire l’identità del poliziottesco italiano.

Tematiche Sociali e Politiche
Il poliziottesco italiano non era semplicemente un genere di intrattenimento; era anche una critica sociale e politica dell’epoca. I film spesso esploravano temi come la corruzione, la violenza di stato e la disuguaglianza economica. In un momento in cui la fiducia nelle istituzioni era erosa, questi film mettevano in discussione l’autorità e chiedevano un cambiamento.

Eredità e Influenza
Il poliziottesco italiano ha lasciato un’impronta duratura sulla cultura cinematografica. Ha influenzato registi come Quentin Tarantino, che ha omaggiato il genere in film come “Pulp Fiction” (1994) e “Kill Bill” (2003).
Proprio l’intervento di Quentin Tarantino ha inoltre scatenato una rivalutazione del BMovie italiano consacrando i registi (sopra citati) fondamentali nel panorama cinematografico italiano.

In conclusione, il poliziottesco italiano degli anni ’70 è un capitolo affascinante nella storia del cinema italiano. Attraverso la sua combinazione di azione frenetica, personaggi indimenticabili e critiche sociali pungenti, ha catturato l’essenza turbolenta di un’epoca di cambiamento e conflitto in Italia. Questi film rimangono ancora oggi un tesoro cinematografico che continua a ispirare nuove generazioni di cineasti e appassionati di cinema d’azione.

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Immagine dettaglio dell’illustrazione del manifesto: La polizia incrimina la legge assolve di E.G. Castellari.